La metafora dell'acqua

Vivere il flusso della vita

MAGGIO 6 2020 DI SANDRA CAU

 

 

La natura dell'acqua ci offre la più incredibile metafora per prepararci spiritualmente ad adattarci all'universo.

L'acqua non si può reprimere ne comprimere, ma può cambiare certamente il suo stato: da fluido può trasformarsi in ghiaccio, quindi in uno stato solido, oppure evaporare.

 

Può certamente e temporaneamente essere contenuta. Ma anche in questo caso possiede una straordinaria energia cinetica interiore, intima, intrinseca alla sua natura, nonostante il suo apparente stato di calma.
Ed é quel tipo di energia che muove lo stato successivo, che si manifesta come il potenziale stato di un'altra forma.

 

Traslando il concetto all'essere umano, possiamo dire che l'acqua si muove, si adatta, si trasforma esattamente come può fare l'animo umano nei confronti della vita. E tanto più l'essere umano coltiva in se questa capacità di cambiamento, insieme alla forza di volontà, come risorse spirituali, tanto più la sua vita scorre fluida, proprio come il corso di un fiume.

 

Al contrario, tanto più l'essere umano si oppone al cambiamento e forza in una stasi il proprio flusso di vita, o ancor peggio prova a forzare verso una direzione opposta, tanto più metterà sé stesso in situazioni pesanti da vivere e dispendiose in termini di energie, tanto che alla fine si ritroverà a vivere situazioni molto più pesanti, che non quelle che avrebbe potuto vivere, seguendo semplicemente il flusso della vita e del cambiamento.

 

Se osserviamo l'acqua di un fiume vediamo che scorre, si adatta alle circostanze, senza mai perdere la sua natura fluida e adattativa. Talvolta bisogna aspettare qualche tempo, essere forma senza forma e limiti come l'acqua, nel divenire del cambiamento, prima di riprendere il viaggio, come nell'esempio del fiume, può essere un tronco d'albero, incastrato sul suo letto, impedito nel fare la sua corsa...

 

Ma nella vita cosa frena il nostro flusso?


Non è poi così difficile la risposta: la paura del cambiamento.

 

Stranamente, ma non è casuale, in medicina tradizionale cinese l'emozione associata all'acqua è proprio la "paura".

 

Per semplificare possiamo pensare a quest'emozione come al trattenere, invece che lasciar scorrere le cose sulle quali ci sentiamo ansiosi. Se l'energia scorre bene, se lasciamo andare le emozioni e i pensieri che ci ancorano alla paura, possiamo sperimentare la vita come il corso di un fiume.
Al contrario se tratteniamo ansie ed emozioni, ci troviamo a vivere come dentro un incubo, ci sentiamo sopraffatti, inondati, talvolta sprofondati nella disperazione.

Oltretutto, il nostro sistema Corpomente inizierà a soffrire di questo impulso a trattenere, manifestandosi attraverso degli squilibri energetici in quelli che sono proprio gli organi deputati a filtrare le acque del nostro corpo: i reni e la vescica.

Per esemplificare, talvolta se compare una cistite chiediamoci se stiamo trattenendo qualcosa nella nostra vita e quale paura essa sottende. Portiamo tutta la nostra attenzione a questi aspetti emotivi e lasciamoli andare, con l'intento preciso di donarli alla vita maestra, che non sbaglia mai.

 

In realtà ciò che la vita ci richiama a fare è agire la nostra forza di volontà in direzione del cambiamento, per stare nel flusso che la vita stessa ci conduce a seguire.

 

D'altra parte il cambiamento è insito nella natura stessa del creato e si manifesta anche in noi umani a partire dalle nostre stesse cellule che vivono, muoiono e rinascono in noi stessi costantemente nell'eterno ciclo di nascita, morte, rinascita che permea l'universo.

 

Da questo punto di vista è davvero contro natura pensare di fermare il processo di cambiamento e frenare il flusso della vita.

Talvolta ci si ammala proprio per questa ragione e si può guarire grazie alla presa di coscienza che lasciarsi andare al cambiamento corrisponde proprio alla scelta precisa di ritornare nel flusso della vita maestra.
Mutate mutandis...

 

“Nei momenti cruciali della mia vita, ho accettato di lasciarmi trasportare dalla corrente, senza sapere dove mi avrebbe portato.

Ho sperimentato quanto sia faticoso opporsi a questa corrente e quanto invece sia benefico affidarvisi senza regole,
ho imparato, con gli anni, a lasciarmi portare.
So che c’è una forza che sa dove condurci: essa ci porta esattamente là dove dobbiamo realizzare il nostro divenire.”
Carl Gustav Jung

 

 

 

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